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Premessa
È sempre forte l’interesse dei contribuenti ed in particolar modo dei liberi professionisti (avvocati, medici, dottori commercialisti, etc.), i quali – pur non essendovi tenuti e con il solo fine di evitare contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate – negli ultimi anni hanno versato in favore dell’Erario l’Imposta sulle Attività Produttive (meglio conosciuta come IRAP). Tuttavia, contrariamente al senso comune diffuso sul tema, l’IRAP non è un’imposta ad applicazione generalizzata, ma anzi sono frequenti i casi in cui questa non è dovuta.
Numerose sono infatti le sentenze provenienti dalla giurisprudenza più autorevole, che – traendo spunto da un’analisi degli elementi rilevanti nel caso concreto – si sono pronunciate in favore dei contribuenti, incentivandoli in numero sempre maggiore ad avanzare legittime pretese di rimborso dell’imposta. La positiva evoluzione dell’orientamento della Corte di Cassazione, così come delle Commissioni tributarie di merito, ha peraltro indotto la stessa Agenzia delle Entrate a rivedere ufficialmente la propria prassi amministrativa sul tema, con un significativo incremento dell’ammontare complessivo degli importi restituiti in favore dei professionisti, poiché indebitamente versati. In tal senso infatti, come giustamente ribadito a più riprese dai giudici di legittimità, il contribuente sarà chiamato a scontare l’Irap soltanto nell’ipotesi in cui disponga di una organizzazione stabile di mezzi o persone, che in quanto tale sia effettivamente in grado di garantire un valore aggiunto rispetto al contributo professionale offerto dal contribuente medesimo.
Proprio per tale ragione, capita molto di frequente che la valutazione di tale presupposto oggettivo avvenga non correttamente, con la conseguenza che il contribuente si trova a dover fronteggiare una pretesa impositiva da parte dell’Agenzia delle entrate che in molti casi non è dovuta, nei termini da quest’ultima determinati.
Per ottenere la restituzione di quanto indebitamente corrisposto all’Erario, le soluzioni che possono essere adottate si sostanziano nella presentazione di una richiesta di rimborso dell’imposta, o nella trasmissione di una dichiarazione integrativa, da cui far emergere il credito vantato nei confronti del Fisco.
Presentazione dell’istanza di rimborso: modalità operative
Il rimborso dell’IRAP oggetto di versamento avviene tramite apposita istanza, da presentarsi entro il termine di decadenza di 48 mesi (ovvero, 4 anni) dalla data del versamento medesimo.
Entro sessanta giorni dalla presentazione della richiesta, l’Agenzia delle Entrate potrà accogliere l’istanza del contribuente o emettere formale provvedimento di diniego, evidenziando le ragioni valutative poste a fondamento della propria scelta: tale atto sarà impugnabile innanzi la Commissione tributaria provinciale competente.
A seguito della presentazione dell’istanza di rimborso Irap da parte del contribuente, potranno verificarsi le seguenti situazioni:
- la domanda viene accolta, e con essa l’Ufficio indicherà modalità e tempi per la restituzione di quanto versato in eccedenza;
- la domanda viene respinta (in questo caso, il contribuente ha la possibilità di adire la competente Commissione tributaria provinciale entro e non oltre sessanta giorni dall’avvenuta notifica del provvedimento di rigetto);
- l’ufficio non risponde. In tale ipotesi la domanda di rimborso deve ritenersi allo stesso modo respinta, in quanto vige l’istituto del silenzio-rifiuto. Trascorsi almeno 90 giorni dalla presentazione della domanda, e comunque entro il termine di prescrizione decennale, il contribuente può presentare apposito ricorso innanzi la Commissione tributaria provinciale competente.
Servizi offerti
Lo Studio legale Messina & Partners offre la propria consulenza ed assistenza nell’instaurazione e gestione del procedimento stragiudiziale, presso il competente Ufficio dell’Agenzia delle Entrate, finalizzato al rimborso dell’IRAP indebitamente versata e/o corrisposta in eccedenza rispetto all’imposta effettivamente dovuta.
La preliminare attività di assistenza si sostanzia in un primo incontro conoscitivo diretto a verificare la sussistenza dei presupposti per ottenere il rimborso dell’Imposta.
In caso di esito positivo del primo incontro, i Professionisti dello Studio imposteranno la pratica nelle seguenti modalità:
- raccolta ed analisi della documentazione da porre a fondamento dell’istanza di rimborso;
- instaurazione canale di comunicazione con l’Agenzia delle Entrate competente;
- redazione e presentazione dell’istanza di rimborso;
- assistenza nella fase di interlocuzione con l’Ufficio;
- assistenza nella fase esecutiva di restituzione dell’Imposta.
L’attività di cui sopra non comprende l’eventuale impugnazione del provvedimento di diniego del rimborso o del c.d. “silenzio-rifiuto”, dinnanzi la competente Autorità.
Per informazioni è possibile contattare il Responsabile del progetto, l’Avv. Claudio Messina, al numero 091-6825141, o inviare una email a info@studiolegalemessinaepartners.com.