Rottamazione quinquies, si fa o non si fa?

Da alcune settimane la notizia è sulla bocca di cittadini e addetti ai lavori: una nuova rottamazione quinquies delle cartelle esattoriali, pensata dal Governo per dare respiro a cittadini ed imprese tartassate da debiti esattoriali maturati negli ultimi anni, concepita sulla base di una manovra che avrebbe consentito anche all’Erario di portare all’incasso crediti per svariati miliardi di euro, che altrimenti – con ogni probabilità – andrebbero perduti definitivamente.

La proposta di legge, come preannunciato dai colleghi di Giuliano & Partners tramite questo articolo , è così giunta in Commissione Bilancio del Senato con tanto di testo già definito: istanze da presentare entro il 30 aprile, piano rateale con pagamento previsto a partire da giugno, stralcio di tutti gli importi dovuti per sanzioni ed interessi .

Tutti felici e contenti, si direbbe. Ma purtroppo, qualcosa è andata storta.

La proposta di legge infatti, al vaglio del Senato della Repubblica, è ad oggi incagliata a causa delle resistenze dell’opposizione, la quale – come sempre nel nostro Paese – invece di fare gli interessi della collettività si intesta battaglie per il solo gusto di ostacolare il lavoro di chi è al governo. A ciò si aggiunga ulteriormente che Giancarlo Giorgetti, alcuni giorni fa, ha dichiarato che a causa di tali resistenze non vi sarebbero più i tempi tecnici per concepire una rottamazione quinquies con istanze da far trasmettere entro il 30 aprile.

Ad oggi dunque, tutto sembrerebbe essere rinviato al prossimo autunno, con buona pace di imprese e contribuenti che dovranno sperare, nel frattempo, di non vedersi aggredito il proprio patrimonio a causa delle azioni di recupero avviate da parte di Agenzia delle Entrate ed altri enti della riscossione.